Come trovare la motivazione nello studio
Cari genitori, quante volte vi sarà capitato di pensare:
“mio figlio non lo vedo motivato”
“ma dove può trovare la motivazione per studiare?”
“perché a scuola non lo motivano di più?”
…..
Cos’è la motivazione nello studio?
Ma esattamente, che cosa si intende per “motivazione nello studio”, ci avete mai pensato?
La motivazione nello studio altro non è che la Forza necessaria per perseguire un determinato scopo e la perseveranza nel volerlo raggiungere.
Ovviamente, quando parliamo di studio questa forza non sempre è presente, ma soprattutto non sempre riesce ad essere costante.
I motivi di tali mancanze possono essere legati: alla scuola, quindi ad un ambiente che magari i nostri ragazzi percepiscono come non adatto a loro; alle amicizie, quindi legato ad un rapporto di antagonismo non sano con i propri coetanei; o al futuro, quindi più condizionato da quelli che possono essere i sogni nel cassetto dei nostri ragazzi e le loro ambizioni.
A tutto questo spesso si aggiunge anche la Pigrizia, quella strega malefica che ci colpisce soprattutto in vista di una verifica o di un esame, che ha la meglio quando siamo davanti al libro di storia e improvvisamente esce il sole e pensiamo “va beh dai, c’è il sole, questo capitolo posso studiarlo domani“; o peggio ancora, hai la verifica di trigonometria da preparare, ma ci sono il divano e l’ultima puntata della tua serie tv di Netflix preferita che è appena usciata e poi dai, è in inverno e fuori piove: “studio domani, tanto è lo stesso!” oppure “la verifica è troppo difficile, che senso ha che studi, tanto prenderò 4 comunque“.
Quella mancanza di voglia o proprio di forza, quella stessa forza che invece ci arriva quando i nostri amici ci mandano un messaggio per chiederci di uscire, o c’è una la partita del Sei Nazioni alla tv o gioca Sinner, vuoi non guardarlo?!
Anche a noi adulti capita di essere pigri in certi giorni, di non aver voglia di andare in ufficio o di non voler finire quel lavoro, ma poi, il senso del dovere e la responsabilità che ci hanno inculcato da piccoli e che abbiamo allenato crescendo hanno la meglio; quindi finiamo il lavoro, facciamo anche l’ora in più, ci mettiamo la cravatta migliore e ci presentiamo puntuali dal cliente.
Ma se anche noi siamo inconsciamente pigri, perché non dovrebbero esserlo anche i nostri ragazzi?
Tutti dovremmo avere il diritto di annoiarci un’ora al giorno, o addirittura un giorno alla settimana, perché la noia e la pigrizia, in fondo in fondo, ci permettono di rigenerarci.
Il problema sta solo nel non farla diventare un’abitudine, nel senso, essere pigri va bene, annoiarsi fa bene, ma non deve diventare cronico, non deve essere la normalità.
La pigrizia va saputa gestire e così la sua antagonista, la motivazione.
Se è vero che la pigrizia spesso ci impedisce di “essere” e di “diventare” perché ci limita nel raggiungere traguardi importanti, ostacolando così i nostri studi, i nostri risultati e obiettivi di successo, così la scarsa voglia di studiare e la procrastinazione possono essere un vero ostacolo al nostro futuro.
Come trovare la motivazione nello studio?
L’unica soluzione per sciogliere la nostra matassa è data dalla “motivazione”, che si trova proprio in mezzo a questo groviglio di rinunce, rassegnazione, lasciarsi vivere, non osare, non andare oltre la siepe, oltre i nostri limiti.
Ma come facciamo ad usare la motivazione?
Serve pensare in modo differente, serve cambiare il proprio approccio davanti allo studio, uscire dalla propria confort zone per vedere la luce.
Premetto, “motivazione nello studio” non vuol dire sapere tutto, vuole dire “avere voglia di conoscere per sentirsi liberi“.
Se pensi che una cosa sia difficile a priori, non la farai mai, perché la paura di non riuscire avrà sempre la meglio sulle tue capacità di successo.
Mai dire:
“cosa studio a fare, tanto andrà male“
serve pensare:
“ok, la materia è complessa, ma se studio riesco“.
Pensate a voi, cari genitori, quante volte avreste voluto essere motivati e spronati nel lavoro soprattutto quando la situazione era più complessa; serve fare la stessa cosa con i ragazzi.
Serve spronarli a fare le cose con la serenità che se provano possono riuscirci, mentre se non provano non lo sapranno mai.
Serve supportarli nell’organizzarsi il tempo in modo da avere il tempo per dedicarsi allo studio e quello per divertirsi, con la spensieratezza che se i compiti sono stati fatti non sono da fare dopo e si può uscire senza pensieri.
Serve incoraggiarli che la scuola è tosta, ma si sopravvive, che le materie sono complesse, che studiare è impegnativo, ma che un passo alla volta si riesce. Che studiare non fa male, è faticoso sì, ma se ci si allena diventa molto più semplice.
Serve invogliarli a studiare con le pause, che non serve stare quattro ore su un libro se tanto l’attenzione è altrove, ma che un’ora fatta con concentrazione vale molto di più; che quattro ore con una pausa di mezz’ora dove poter mangiare un gelato, prendere una boccata d’aria, giocare con il gatto permette di apprender molto di più.
Serve aiutarli a non avere distrazioni mentre si studia, avendo la consapevolezza che una volta finito possono invece dare sfogo alla loro creatività, allo sport e alle loro attività preferite.
Serve premiarli nei loro risultati e successi, anche se piccoli; perché la salita verso il successo è fatta di tanti gradini e serve farne uno alla volta e senza correre, altrimenti si arriva su e non si ha nemmeno più il tempo e il fiato per respirare e gioire.
Un passo alla volta, un sorriso ogni giorno, una parola gentile, un esercizio di matematica, un capitolo di storia e via, arrivano i bei voti, le soddisfazioni e le serate fuori, perché la fatica e l’impegno alla fine premiano sempre
Siate per i vostri figli la forza per farli vincere!